Sono sempre un po’ restia alle manifestazioni dove si consuma cibo all’aperto, tipo le sagre. Questa volta però devo ricredermi. Il merito è di Carmine D’Aniello, un folle amante del suo territorio. È una persona vulcanica e contagiosa. Se qualcuno volesse ignorarlo non potrebbe riuscirci perché il suo entusiasmo è virale. Alla fine, conquista l’attenzione di tutti.
Insieme a Giovanna Mascolo, ogni anno, regala a S. Antonio Abate “DiVinCastagne”, un evento esemplare.
Con queste premesse non ho potuto evitare di partecipare a “Oro Rosso”, l’evento dedicato al pomodoro svoltosi dal 14 al 16 luglio scorsi presso il Centro Parrocchiale Rosanova.
Un progetto di lunghe e larghe vedute quello di don Antonio Branca, il parroco che crede tanto nella potenzialità dei giovani e nella necessità di garantirgli una speranza per il futuro.
La kermesse è quindi un’ennesima occasione per finanziare i progetti in cantiere che hanno un obiettivo alto: offrire una possibilità occupazionale da qui a qualche anno.
D’altronde solo grazie ai sognatori e ai folli nelle nostre realtà si trovano ancora motivazioni.
Così chi ha partecipato alle degustazioni ha contribuito alla costruzione di un sogno. L’evento è stato curato nei minimi particolari.
Il pomodoro è stato declinato in più modi: caprese,
caponata,
pasta, pizza. Grande successo hanno riscosso la pizza di Antonino Esposito di “Acqua e Sale”,
la friggitoria e le zeppole fritte al momento di “Zio Savino Qualità”.
Il menu era davvero completo. Non sono mancati frutta fresca
e creativi dolci della Pasticceria Varone.
Il messaggio è passato chiaro: dall’oro rosso passa il rilancio dei nostri territori.