di Maria Pepe
Suggestioni e atmosfere ferragostane innovano e perpetrano il rito delle tradizione abbigliando la caponata, caposaldo dell’estate campana, da sempre e per sempre, con una veste tutta nuova, tutta glamour. Il classico biscotto di pane duro, adornato con pomodori e melanzane, come d’incanto diviene gioiello, un medaglione d’ottone.
Un ottone binario che porta al suo interno un altro elemento, oltre il rame e lo zinco, l’oro. Piccole pagliuzze d’oro si fondono nella lega e la impreziosiscono, conferendole un aspetto melange che trova la sua esaltazione nelle varie pietre preziose incise secondo le regole dell’incastonatura fantasia, che è solita fermare la pietra all’interno del metallo creando un disegno: un fiore selvaggio e variopinto che va dai toni ambrati del topazio a quelli rossi e sgorganti d’estro del rubino, passando per i bagliori verdi e violacei degli opali, petali irregolari, ma armonici, lievemente ricoperti da una delicata brina d’oro vivo. Si completa così il monile dalla forma sferica e piena, leggermente concavo nella parte centrale, quanto basta per conferire volume. Un prezioso che è a metà tra un magico amuleto e un gioiello della corona, un tesoro che trova in “Ciccio – cielo mare terra”, e nella sua caponatina
con crema di pane, pomodori, ciliegie di mozzarella, melanzane e vinaigrette di colatura di alici, i suoi “cavalier custodi”.