di Maria Pepe
“Domani nella battaglia pensa a me, quando io ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa. Che io pesi domani sopra la tua anima, che io sia piombo dentro al tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia. Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori”,
William Shakespeare.
La maledizione che incatena, che non ti lascia andare. La Regina Anna al suo re, Riccardo III, che la manda a morte, per il “Bardo”, Marta a Victor Frances per Javier Marias.
L’imprevedibile, l’improvviso, danno sapore al cappuccino di questa settimana.
“Domani nella battaglia pensa a me” di Javier Marias, edito da Einaudi.
Una maledizione come titolo.
La maledizione è un titolo.
La precarietà della vita, la sua ingestibilità che l’uomo crede, erroneamente, di tenere a bada nella trappola del tempo.
Non siamo noi a guidare e decidere gli eventi.
Il piacere oscuro e doppiogiochista del destino ne cambia il corso per puro diletto.
Madrid, una sera come tante, in un appartamento sta per consumarsi un tradimento, un’evasione dall’amaro della vita. Due sconosciuti, Marta e Victor, hanno solo voglia di dimenticare i propri “demoni”. Sarà la morte a fare loro visita, ad insinuarsi e scandire il proprio tempo.
Marta muore mentre è tra le braccia di Victor.
Lo sceneggiatore di professione scappa e, suo malgrado, si ritrova in uno “scritto” surreale dove i giorni e il pensiero di lei, e del piccolo Eugenio, lo divorano.
Un flusso di coscienza che toglie il respiro, lo porterà nella quotidianità, nel vissuto della donna, ne vedrà e scoprirà luoghi e persone.
Meschinità, inganno, apparenza e parallelismi, con la sua di vita, lo condurranno, insieme al lettore, in un’apnea mentale dalla quale non ci si può liberare. Marias mette sul tavolo autoptico l’io segreto dell’uomo, tutte le sue elucubrazioni e il vero peso della sua anima.
Una scrittura fitta volta a mozzare il fiato anche nella metrica
Una struttura disseminata d’indizi e suspense, senza quasi capoversi e capitoli.
Tutto è inaspettato come in un giallo.
La verità non esiste.
La morte è più forte della vita.
I fantasmi dei morti pesano più dei vivi.
“La cosa più intollerabile è che si trasformi in passato chi si ricorda come futuro”.
“Domani nella battaglia pensa a me”.
Indecifrabile e enigmatico.
Tra mondi altri, sì.