A volte, basta un piccolo segnale e ti convinci di essere sulla strada giusta. Scrivo e penso all’invito ricevuto per la partecipazione al secondo appuntamento di “Quattro cene a quattro mani” organizzato dalla famiglia Vuilleumier titolare dell’Hotel Villa Cimbrone in Ravello in collaborazione con la famiglia Allegrini dell’omonima azienda vinicola e con la famiglia Capaldo, patron dei “Feudi di San Gregorio”.
Qui, l’anno scorso, anche grazie al mio amico chef, Lorenzo Montoro, è tornata a splendere la stella Michelin per il ristorante “Il flauto di Pan”. Un riconoscimento frutto della sinergia tra questo ragazzo, cresciuto alla sorgente del fiume Sarno dove c’erano gli orti di famiglia, e la proprietà. Infatti, Giorgio e Paola sono continuamente impegnati nella promozione e nella tutela di questo luogo magnifico. Con loro c’è anche Jasmine, la figlia di Giorgio, che rappresenta la quinta generazione alberghiera.
Così, venerdì scorso, ho partecipato alla cena a quattro mani tra lo chef residente e Peppe Guida, chef una stella Michelin dell’Osteria Nonna Rosa di Vico Equense. Unico appuntamento dell’iniziativa che si è svolto nell’orto di Villa Cimbrone. Una cena tra appassionati di cibo e vino che amano raccontare questi due mondi affascinanti e delicati, preludio all’evento del giorno dopo riservato a chi ha prenotato il proprio posto per emozionarsi.
Ed eccomi lì, io, semplice giornalista, strappata dagli archivi e catapultata nel mondo dell’enogastronomia grazie al coraggio di un editore, Francesco Ciociano delle Edizioni dell’Ippogrifo, “infiltrata” tra personalità eccezionali. Ho condiviso il tavolo con Marisa Allegrini, Antonio ed Elia Capaldo, Chiara Giannotti, Filippo La Mantia, Chiara Maci, Caterina Mastella, Danda Santini, Rocco Tolfa, Giorgio e Paola Vuilleumier. Sembrava la ricostituzione della setta dei poeti estinti rimasta nell’immaginario di tutti per il film “L’attimo fuggente” con uno straordinario Robin Williams nella parte del professor John Keating. D’altronde, senza poesia non si può parlare, comunicare, vivere, con cibo e vino. Si correrebbe il rischio di essere sterili e asettici. Una condanna per chef e produttori che, attraverso i loro manufatti, cercano di emozionare gli animi.
Peppe Guida e Lorenzo Montoro sono stati straordinari nella loro semplicità. Entrambi hanno eletto protagonisti della propria cucina i prodotti dell’orto che rielaborano per parlare attraverso di essi della rispettiva identità territoriale. Chiari e lineari, com’è nel loro stile!
I piatti sono stati valorizzati ulteriormente dalla selezione di vini Allegrini e Feudi di San Gregorio. Marilisa Allegrini e Antonio Capaldo si distinguono per la propria evocazione narrativa. Quando raccontano delle vigne, dei loro territori, dei vini e dei sogni aziendali perseguiti si illumina lo sguardo e il racconto si fa avvincente e coinvolgente, come lo scenario in cui ci si trova.
Villa Cimbrone da qualsiasi angolo la osservi, incanta e rapisce lo sguardo. L’aperitivo in giardino, la terrazza sull’infinito, la passeggiata per raggiungere l’orto si sono iscritti nella mente di ognuno.
Peppe e Lorenzo si presentano bene già con il benvenuto accompagnato da Dubl Esse Rosato, Metodo Classico, Dosaggio Zero, Poggio al Tesoro, Cassiopea, Bolgheri Rosato Doc 2019.
Arrivati nell’orto e ricevuto il saluto degli chef, si parte con la sfilata dei capolavori gastronomici intervallata dai confronti cordiali e motivati tra gli ospiti.
Allo chef ospite il compito di aprire la degustazione con la melanzana con erbe, aceto, battuto di pomodoro di Sorrento e fior di latte accompagnata da Poggio al Tesoro, SoloSole Pagus Camilla, Bolgheri Vermentino Doc 2016.
Contadini e pescatori (essenza dell’orto, frisella di Agerola e scorfano marinato al finocchietto selvatico) per l’antipasto dello chef residente abbinato a FeudiStudi Morandi, Fiano di Avellino Docg 2017.
Si passa ai primi con un classico di Peppe Guida: lo spaghettino all’acqua di limone, olio e provolone del monaco. Per il vino la scelta ricade su Campanaro, Irpinia Bianco Doc 2018 di Feudi di San Gregorio.
Il primo di Lorenzo Montoro è, invece, la pasta, patate e mare
con la “mescafrancesca” di Gerardo di Nola, patate di Montoro, alghe, crudo di mare e ostriche che si coniuga con San Polo, Podernovi, Brunello di Montalcino Docg 2015.
Palamita con verdure di agosto, agrumi e camomilla è il secondo dello chef ospite valorizzato dal Campanaro, Irpinia Bianco Doc 2010 dei Feudi di San Gregorio.
Dulcis in fundo, la rivisitazione del pane, fichi e noci ovvero composta di fichi e olio extravergine di oliva
e la piccola pasticceria a opera di Lorenzo Montoro
accompagnate dal Recioto della Volpicella Docg di Giovanni Allegrini.
Non posso aggiungere altro, ma devo ringraziare la famiglia Vuilleumier per l’ospitalità.
Per la conclusione del ciclo di eventi mancano due appuntamenti, suddivisi in due date diverse rispettivamente per la stampa e per il pubblico. Il 6 e 7 settembre prossimi cena con Vito Mollica, chef una stella Michelin del ristorante “Il Palagio” del “Four Seasons” di Firenze. Si conclude il 18 e 19 settembre con Pino Lavarra,due stelle Michelin “The Luxury Collection”, Doha).
C’è ancora tempo per un’esperienza unica.
Hotel Villa Cimbrone, via Santa Chiara 26 – Ravello (Sa)
Tel. 089857459
www.hotelvillacimbrone.it