Pasta, salumi, latticini, prodotti della terra, vino, dolci: questi sono stati ieri i veri protagonisti di un evento insolito.
Nato da un’idea dello spumeggiante Maurizio Di Ruocco, chef del ristorante “Zaira” in Pompei che gestisce insieme al fratello Giuseppe, cultore del servizio di sala, si è tenuta una cena degustazione in cui sono stati coinvolti i migliori produttori e artigiani della zona.
Obiettivo: far conoscere e assaggiare il buono della città di Gragnano e di tutti i paesi che ruotano intorno ai Monti Lattari.
Complice Giuseppe Abagnale, patron del pastificio “Re della Pasta”, ubicato in via dei Campi, si è declinata una serata nata per far conoscere chi quotidianamente si impegna nel proprio territorio. Gli “innamorati” dei propri luoghi c’erano davvero tutti. Giunti nella sala degustazione dell’opificio per onorare e confrontarsi con chi nutre le stesse passioni.
Maurizio si sa è giovane e scintillante per ragioni anagrafiche, ma quando nella sua mente balena un progetto lo realizza immediatamente. Selezionatore maniacale di prodotti unici ed eccellenti, riesce a conquistare e coinvolgere tutti nelle sue imprese.
La partenza è stata pirotecnica. Il perché è presto spiegato. In ognuno di chi ha contribuito alla declinazione del menu, ideato per far conoscere le caratteristiche della pasta di Giuseppe e di sua moglie, Valentina Carfora, c’era la consapevolezza di partecipare a un momento unico, prova generale di un discorso più ampio.
E così con Maurizio ai fornelli, supportato sempre dalla fidanzata Teresa, i partecipanti alla cena sono stati gli eletti di una serata speciale, aperta con il tris di salumi (soppressata, salsiccia e pancetta)
realmente artigianali di Gino Donnarumma della storica Macelleria Maggiore di Pimonte.
I salumi non sono stati l’unica eccellenza della serata. A fargli buona compagnia: Massimiliano Malafronte dell’omonimo storico panificio di Gragnano, i cui crackers,
grissini e taralli sono stati apprezzatissimi da tutti;
un’ampia selezione della formaggeria di Paolo Amato, il mastro casaro del Caseificio Aurora di Sant’Egidio del Monte Albino; Gaetano Torrente e i pomodori dell’azienda di famiglia di Sant’Antonio Abate; Gerardo Balestrieri, insuperabile selezionatore di funghi porcini e tartufi; Alfonso Gambardella dell’omonima casa vinicola produttrice del Gragnano Doc. A valorizzare le preparazioni i piatti del laboratorio “Ceramia”.
Tra loro anche la giovane stella di Vincenzo Donnarumma, il pastry chef di Pimonte, figlio d’arte. Il papà Antonio è il titolare della pasticceria “Peccati di gola”.
A Vincenzo il compito di elaborare il predessert e il dolce.
La degustazione è stata scandita quindi dalla mousse di ricotta di jersey, porcino di quercia scottato con corallo di patata viola allo zenzero e salsa di yogurt al basilico.
Indiscussi protagonisti i due primi: gli spaghettoni con pomodoro San Marzano Dop dell’Agro nocerino con spuma di provolone di bruna alpina hanno saggiato le qualità di Maurizio che è riuscito a valorizzare sia il formato di pasta azzeccando la cottura sia gli tutti gli ingredienti di cui era composto.
Apprezzate le tagliatelle con blue di jersey e tartufo nero.
Spiritoso il predessert scelto. La bavarese di vino di Gragnano doc
con percoca al naturale ha stupito e ha lasciato molti con un interrogativo: “Si può chiedere il bis?”.
L’escalation è continuata con un dolce molto originale: il pacchero travestito da cannolo (mousse di ricotta di jersey e miele, cremoso al pistacchio di Bronte e salsa di lampone).
Soddisfazione, entusiasmo, speranze queste le parole che hanno luccicato negli occhi di tutti. Si è sforata di molto la mezzanotte, ma ognuno avrebbe voluto non interrompere un’atmosfera quasi magica creatasi per l’accoglienza del posto e dei padroni di casa giovani ed educati.
Si è andati via con una certezza in più: il bello deve ancora venire…