Prima stavo riflettendo un po’. Nelle ultime settimane ho avuto l’impressione che geni della cucina vengano fuori come funghi. Un po’ di qua e un po’ di là. Tutti presentati come Demiurghi, Dei discesi sulla terra, sciamani depositari di chissà quali misteri.
All’improvviso mi è tornata in mente un’immagine. Il mare, la sabbia, la festa di paese erano gli elementi protagonisti. Il ricordo aveva un solo nome: Vincenzo Vaccaro.
Questo ragazzo ancora lontano dal compiere i 30 anni è lo chef patron di “Cucina 82” a Gragnano. Per l’estate ha deciso di vivere una nuova avventura sempre nel nome della creatività.
Non ha scelto un giorno casuale, ma il 13 giugno scorso, giorno della festività di Sant’Antonio da Padova.
Il motivo è presto spiegato. Questa data è fondamentale per Marina di Seiano, la suggestiva zona di Vico Equense, che celebra il santo con processione e fuochi d’artificio.
Per questo motivo, l’Albergo “Le Ancore” non ha scelto un giorno come i tanti per presentare Vincenzo e la sua cucina agli ospiti della serata.
C’erano davvero tutti: chef, produttori e amici dei Monti Lattari e della Penisola sorrentina. C’ero anch’io perché Vincenzo ha voluto anche me in questo momento di passaggio. Come al solito, c’erano gli inseparabili Valentina, la fidanzata avvocatessa che ha il debole per la ristorazione; Giuliano, il fratello minore, che ama svolgere il servizio di sala; i genitori orgogliosi e silenziosi.
Complice lo scenario suggestivo, lo chef di “Cucina 82” non ha sbagliato una portata. Ha celebrato un gemellaggio enogastronomico tra due zone della provincia di Napoli che contribuiscono da sempre alla storia della cucina italiana.
Non capita a tutti la possibilità di partecipare a una degustazione durante la quale le portate si alternano alla banda musicale e ai fuochi d’artificio.
E così la serata golosa si è aperta con il benvenuto: fiore di zucca in pastella e alice fritta su crema alla menta.
Ad accompagnare le pietanze i vini della Cantina Iovine di Pimonte.
Lo chef è stato molto diretto con i suoi ospiti declinando un menu con i prodotti da lui più amati. Protagonista dell’antipasto è stata la triglia croccante con lattuga, pomodori di Sorrento e miele all’antica.
Molto apprezzato da tutti è stato il mezzo rigatone con datterini gialli, trippette di stoccafisso, capperi e olive nere, un piatto reduce dal successo di “Festa a Vico 2017”, l’evento annuale organizzato dallo chef stellato Gennaro Esposito.
A seguire il pesce azzurro profumato al limone di Sorrento, olive ammaccate del Cilento e cipolla di Tropea.
Dulcis in fundo ciliegine, yogurt e croccante al pistacchio seguiti dalla coccola finale: la zeppola calda.
Vincenzo è fuoriuscito dal suo covo solo quando tutti gli ospiti avevano terminato di cenare. Sereno, stanco, ma soddisfatto di essere riuscito nell’impresa.
Sono giovani come lui che convincono i più maturi a lottare ancora per il bello e il buono di casa nostra.