L’appuntamento tradizionale con la giovane compagnia tra le più interessanti del panorama nazionale proposto da Casa Babylon è sabato 25 febbraio alle ore 21:00 con la Compagnia Pisci ‘e Paranza in “Pisci ‘e paranza”.
Alle 20.30 appuntamento nel foyer con l’AperiSpettacolo “Tarallucci e Vino”. Stavolta “Ritratti di Territorio”, guidato dalla giornalista Nunzia Gargano, racconta l’enogastronomia dell’Agro Nocerino Sarnese con la famiglia Montoro di Lavorate di Sarno, che presenterà un percorso a base di ortaggi tipici della fertile valle stretta tra i Monti Lattari ed il Vesuvio. Insieme a loro la pizzaiola Angela De Vivo di “Pizza pazza per i pazzi della pizza” di San Valentino Torio. Come sempre non mancheranno i vini dell’azienda vinicola Santacosta del winemaker Giuseppe Pagano e i tarallucci del Panificio Malafronte di Gragnano.
La pièce in programma per il quinto appuntamento di “Scenari pagani”, la rassegna organizzata da Casa Babylon Teatro con la direzione artistica di Nicolantonio Napoli, si è meritata la segnalazione speciale al Premio Scenario 2015 con la seguente motivazione: ”Un lavoro d’ensemble che attinge all’universo magmatico di un territorio contestualizzato dove un luogo di transito diventa limbo di esistenze ugualmente perdute e marginali. Il progetto rivela un attento uso dello spazio, che compone e scompone le relazioni fra i personaggi giocate su dinamiche di sopraffazione, violenza, ma anche improvvise solidarietà. La verità dei corpi e della lingua dona forza e poesia.”
Questo luogo di transito è una stazione della periferia di Napoli, abitata da tre clochard, un ragazzo, una ragazza e il fratello di lei “matto”, che si trovano a confrontarsi con una coppia di “intrusi”: due sposi provenienti dalla campagna, moglie incinta e marito disoccupato in cerca di lavoro in città, che hanno perso l’ultimo treno per casa.
In questo quadro gli attori si muovono come i pesci di paranza, i pesciolini che si fanno catturare per poche molliche di pane e di questo si accontentano, così come si accontentano del poco che hanno i personaggi da loro interpretati. I tre barboni e la coppia di paesani si raccontano tra una sorsata e l’altra di vino facendo emergere piccole figure senza qualità, se non quella di essere umani che vivono l’emarginazione e altrettanta ne producono. Il racconto non lesina guizzi di allegria che, tra un racconto e l’altro, portano all’inatteso finale. L’amicizia di una notte tra personaggi che resistono nei più aridi territori della vita, diventa occasione per riflettere sulla contemporaneità. Una riflessione su un argomento portato molto molto spesso a teatro, ma che si distingue per l’originalità con la quale la racconta. Originalità che è costruita su solide radici: nell’opera si sentono forti le influenze del grande teatro partenopeo, da Eduardo a Viviani.