Dall’inviata Maria Pepe
“Il Principe e la Forchetta”: moderna favola di Fedro, dalla morale chiara e benevola. A raccontarla Gian Marco Carli e Giuseppe Pisacane, sabato scorso, all’“Hermes Cafè” a Pompei.
“Il virtuosismo è alla tavola del buon cibo”.
È a tavola che riveli il tuo vero sé. È a tavola che scegli che tipo di persona diventare.
Scelte semplici che affondano profonde radici in un terreno dalle tradizioni millenarie. Roma e il suo impero, la Campania Felix, il viver bene dell’antica Pompei degli Dei, dei Cesari, del “Principe”, nella cucina di Gian Marco Carli.
Giovane “Principe ereditario” del “Principe” padre che, per trent’ anni e da trent’anni, percorre l’intricato sentiero delle origini degli avi. Una favola scritta da Gian Marco Carli, volitivo e volenteroso archeochef; e Giuseppe Pisacane, “forchetta” gaudente, attenta, e dal forte senso identitario, che trova nell’“Hermes cafè” la rilegatura perfetta. L’altra sera prima cena degustazione di un ciclo imperdibile.
Un menù mai banale: dall’antipasto (millefoglie di patate, provolone e funghi porcini con acqua di provola affumicata dei Monti Lattari)
al dolce (semifreddo al caffè, ganache di cioccolato e cereali soffiati),
passando per la genovese di manzo con cipolla “Lady Ramata” di Montoro e pecorino canestrato in due consistenze (il primo)
e il filetto di maialino in riduzione di Taurasi ed erbe aromatiche (il secondo).
La serata scorre piacevole e tra quattro chiacchiere e gli ottimi vini in abbinamento della “Tenuta De Santis” (Aglianico, Campi Taurasini, Hellenica Taurasi) le ore passano.
Torni a casa con un bagaglio identitario più ricco, un sorriso stampato in stomaco e cuore e la trepidante voglia di rivivere l’ esperienza.
Per fortuna, il 26 novembre non è poi così lontano. Quattro saranno le mani: quelle di Gian Marco Carli e di Davide Mea.