di Maria Pepe
Continua a strizzare l’occhio all’eterno fascino senza tempo degli anni 50-60 la moda “cucinata” dal giovane Giulio Coppola. Chef strutturato e maturo della Galleria. L’attenzione è incentrata sul cibo di strada campano per eccellenza, “‘o per’ ‘e ‘o muss’”, non al taglio come si è solito pensarlo, ma declinato in uno spaghetto con tanto di pesto di olive e polvere di lupini.
La veste che Giulio gli fa indossare è un abito a ruota, rigorosamente in fresco cotone, con tanto di sottogonna in mussola di cotone, per contribuire a rendere l’effetto a palloncino ancor più evidente, l’ampia gonna rigorosamente a fior di ginocchia ha in vita un forte che la costringe e l’assottiglia contribuendo a definire l’effetto pin up nostrano, a canotta il taglio del bustino,
il giusto equilibrio tra la semplicità del sopra, la particolarità del sotto e la ricercatezza della fantasia, vortici geometrici che giocano col giallo, il rosa corallo e delicate nuance di verde, a completare il tutto, scalzati vertiginosi ma dal tacco largo, rigorosamente in legno o sughero. Un assaggio ed è subito estate, un ‘estate vissuta tra le strade dell’arcipelago Napoletano. Il cibo da strada si nobilita, senza però perdere in essenza e identità.