“Spero che non verrai mai a mangiare da me”. Ripenso sempre a come si concluse la mia prima chiacchierata con Giovanni De Vivo, lo chef 1 stella Michelin che dal 21 aprile scorso è “approdato” ufficialmente all’Hotel Terme Manzi di Ischia. A lui l’importante compito di rilanciare il famoso ristorante gourmet: “Il Mosaico” di cui è prevista l’apertura il prossimo 16 giugno.
Da quell’incontro, avvenuto a una manifestazione nell’autunno scorso, è nata la nostra amicizia. La cosa assurda è che, estranei fino a quel momento, trascorremmo due ore a parlare, confrontarci, raccontarci il territorio e le sue ricchezze.
Angrese, poco più che quarantenne, è diverso dall’immagine degli chef stellati che quotidianamente rimandano i mass media e l’iconografia televisiva e cinematografica.
Altrimenti una persona come me, che ogni volta che viaggia via mare si sente come l’emigrante con la valigia di cartone, non avrebbe mai sacrificato il proprio giorno libero.
Ma Giovanni non è come tutti gli altri. Per una serie di motivi. Per la sua educazione. Per la sua abnegazione. Per il rispetto che nutre nei confronti del proprio lavoro e di quello altrui.
È inutile scrivere quanto mi sia sentita lusingata a essere stata la prima a varcare la soglia del ristorante “Gli Ulivi” by De Vivo.
Così l’11 maggio scorso alle 8.25 parto in aliscafo dal Molo Beverello di Napoli alla volta di Casamicciola per andarlo a trovare.
Alle 10 sono già in hotel: il sogno della famiglia Polito e di Giacomo innanzitutto che in questo posto ha riportato tutto il suo amore per l’arte e per l’arredamento che ne rimandano una concezione cosmopolita.
Per parlare dei “tesori” della struttura non basterebbe un articolo, sarebbe meglio un libro. A farmi da Cicerone è Carmine Di Iorio, maître del ristorante “Gli Ulivi”. Prima di continuare, per rifocillarmi dal viaggio, non posso esimermi dalla colazione.
Un quarto d’ora, giusto il tempo di un caffè e Anna De Siano, la sales & marketing manager, mi accompagnerà nel “giro turistico” di un luogo dove l’emozione attraversa muri e finestre. Un complesso davvero suggestivo.
La storica mai sopita in me sobbalza quando si trova di fronte a una testimonianza di cultura materiale, la vasca da bagno dove si legge “Reduce da Aspromonte, Giuseppe Garibaldi in questo camerino fece il bagno”. E subito la mente va ad Antonio Guerritore, il patriota di Pagani, che vigilò sull’incolumità di Garibaldi durante il soggiorno a Casamicciola all’indomani del ferimento.
Non è una coincidenza, ma sicuramente un segnale positivo del destino.
L’accoglienza dell’Hotel Terme Manzi Spa – Relais & Chateaux ha pochi eguali. La dottoressa De Siano mi apre letteralmente le porte di questo luogo storico. Visito il “Mosaico” e la cucina.
In attesa del pranzo passo dall’area relax e benessere alla suggestiva piscina dove c’è il ristorante “Bouganville”. Qui incontro Francesco Scollo, il responsabile, e Mario Mellusi.
Dopo nove giorni sono ancora incredula dell’accoglienza ricevuta. È vero, Giovanni De Vivo è un mio amico, ma sono stata ospitata come una persona di famiglia. In un mondo dove chi urla viene ascoltato più spesso di chi quotidianamente opera per non rinunciare ai propri ideali, questo luogo rimanda un senso di pace e tranquillità.
E il mio amico è l’uomo giusto al momento giusto. È entusiasta del suo lavoro grazie al quale ha raggiunto importanti traguardi, ma non dimentica l’etica appresa nel laboratorio della pasticceria di famiglia, la chiave attraverso cui interpretare meglio la sua meticolosità. Giovanni mantiene sempre i piedi per terra e riporta la stessa concretezza e oculatezza anche nella gestione della brigata e nell’organizzazione della dispensa.
A ora di pranzo mi accomodo. Mi sento quasi in imbarazzo e poco all’altezza di un posto così importante. Invece la professionalità e la cortesia di Franco e Mario che, per il vento, hanno lasciato il “Bouganville”, dove avrei dovuto pranzare anch’io, per “Gli Ulivi” mi mettono a mio agio.
Qualche minuto dopo incomincia il pranzo, preceduto dalla sfilata dei pani (baguette pane integrale, cacao e frutta secca, curcuma, pancetta e rucola, semi di girasole, focaccina al pomodoro).
Subito dopo, mi tocca assaggiare in anteprima lo stuzzichino che farà parte della carta del “Mosaico”: il velo di orata marinata e affumicata al tabacco con yogurt alla vaniglia bourbon vinaigrette al lampone e la sua polvere in fine centrifugato di mela verde.
Che dire! Al palato si avverte subito la completezza di questa creazione. Azzeccata anche la scelta del vino il “Kalimera” dell’azienda vinicola ischitana “Cenatiempo”.
Assaggio anche l’olio extravergine di oliva Dop della Penisola Sorrentina “L’Arcangelo”.
Stupisco me stessa e i miei gusti quando mi entusiasmo per l’assaggio del gambero rosso scottato al guanciale su guazza di pomodorini e fragole.
Stesse sensazioni per la tartare di manzo alla nizzarda.
Delicati gli gnocchetti di patate cotti al vapore e saltati con frutti di mare e broccoletti croccanti.
Da provare anche lo spaghettone allo scarpariello con pomodorino corbarino e spuma di basilico all’olio extravergine di oliva.
Giovanni De Vivo davvero non si risparmia. Continua con i secondi. La scelta va sulla spigola scottata su piccola misticanza, crema di pane al pomodoro, salsa di lattuga di mare e crumble di cappero.
Non manca il secondo di carne: l’agnello in crosta di pistacchi su crema di pecora con sgagliozzo napoletano di semola e il suo jus
abbinato al vino Mavros sempre di Cenatiempo.
Non ci sarebbe spazio per niente altro, ma come si può sacrificare il dolce, soprattutto quando è una mousse di limoni ischitani e limoncello con composta di frutti di bosco!
Lo chef crede che il pranzo sia stato troppo frugale e mi omaggia con le coccole finali: cioccolatini
e
mini pasticceria.
Una giornata intensa e indimenticabile è trascorsa in un attimo. Alle 16.50 riprendo l’aliscafo per tornare sulla terraferma. Saluto Giovanni De Vivo e il magnifico staff dell’Hotel Terme Manzi con la promessa e l’impegno di ritornare non appena “Il Mosaico” avvierà la nuova stagione.