Paolo Amato ormai non mi stupisce più. Creativo, eclettico, instancabile, meticoloso, esperto. Riesce sempre a catturare l’attenzione. Ha orari lavorativi inimitabili che risulterebbero insopportabili anche per il più volenteroso degli uomini. Eppure continua a muovere corpo e mente.
Una ne pensa e cento ne fa. Parla con te dell’ultima creazione e già sta pensando alla prossima. Il mastro casaro che continuamente sperimenta al “Caseificio Aurora” in via Albanese a Sant’Egidio, ora l’ha combinata davvero grossa.
È fresco di incoronazione. Primo classificato al premio “Alma Caseus” per lo stracchino maturo di bufala a crosta fiorita
al concorso nazionale riservato agli operatori professionali e ai formaggi protagonisti del mondo caseario italiano. Il 9 maggio scorso, nell’ambito degli eventi collegati al Cibus 2016 di Parma, questo ragazzo dalla chioma folta, riccia e chiara ha vissuto il suo momento di celebrità nella patria del parmigiano reggiano. A pensarci bene, in casi come questi, la soddisfazione deve essere multipla perché l’importante riconoscimento è stato ottenuto nella patria dei maestri casari.
In situazione del genere, mi risulta difficile mostrarmi semplicemente oggettiva, o peggio ancora asettica. Storie come quelle di Paolo e di tanti altri produttori sono gli assi vincenti grazie ai quali si compiono scatti di orgoglio campano.
Esempi del genere dimostrano che, se ci si crede, si può contribuire alla crescita delle proprie realtà. A costo di tanti sacrifici sicuramente. Lo stesso Paolo appena ricevuto il premio si è ricatapultato al quartier generale perché bisogna continuare a creare. In attesa del prossimo premio.