Quando incontri persone come Gennaro Amitrano il cuore si riempie di gioia. Giovane, solare, quando te lo ritrovi di fronte ti accorgi subito che non è uno qualunque. Il suo volto e il suo sguardo sono i migliori biglietti da visita. Percepisci subito che, nonostante l’esperienza maturata, continua a guardare il mondo con l’entusiasmo di un bambino, pronto ad apprezzare il bello che la vita riserva.
Gennaro è uno chef. 29 anni, dal marzo scorso ha aperto ufficialmente il suo ristorante “Gennaro Amitrano” appunto, in uno dei luoghi più belli di Capri, a pochi metri dalla piazzetta. Allievo per molti anni di Gianfranco Vissani, dopo aver condiviso con il maestro, sempre nell’isola napoletana, l’esperienza del ristorante “L’Altro Vissani”, ha impresso una nuova svolta alla sua vita.
Certo il decennio trascorso con il suo mentore non è stato buttato nel dimenticatoio. Basta guardare il menu per comprendere che il suo non è lo scontato ristorante isolano, ma riserva tante sorprese che richiamano alla mente tradizioni, sapori e piatti anche toscani e umbri.
D’altronde la cucina ha un linguaggio internazionale. Ogni artista, al di là della propria specificità, porta se stesso e la sua ideologia in ogni nuova opera d’arte. Sarebbe stato impossibile pensare che la scelta d’autonomia di questo giovane chef – che non ha nulla da invidiare ai veterani – corrispondesse a cancellare con un colpo di spugna uno dei periodi più importanti della sua formazione.
Nel suo portfolio non manca neanche l’avventura con il maestro Alain Ducasse al Louis XV di Montecarlo.
E io grazie all’invito di Simonetta De Chiara, insieme ad altri colleghi, ho avuto l’occasione di assaggiare i suoi piatti. Mercoledì 6 aprile scorso, partenza in motoscafo alle 11.15 per raggiungere il regno di questo chef, figlio di Massa Lubrense. Una giornata davvero indimenticabile incorniciata da una temperatura mite e da un cielo soleggiato che mi hanno permesso di godere, anche se per pochi minuti, le bellezze più a portata di mano di Capri.
Varco la soglia di questa chiccha della ristorazione, dopo aver imboccato via Sant’Aniello e seguito la segnaletica che indica “Gennaro Amitrano Ristorante”.
La porta si apre su un posto accogliente con un’unica sala composta di una ventina di coperti. Gennaro ci saluta affettuosamente e poi scompare nella sua stanza dei segreti, la cucina. Incomincia così un’avventura gustosa costellata di portate in onore della buona e ricercata cucina italiana.
Il menu pensato per questi ospiti appassionati di enogastronomia è ricercato, gustoso e delicato.
A fine pranzo, il palato rimane pulito, non impiastricciato, prima testimonianza dell’armonia e dell’equilibrio dei sapori, frutto della mano sapiente che trasforma i prodotti in cucina.
Non potrebbe essere altrimenti. L’entrée è la capasanta, tartufo nero e carciofi
accompagnata dall’Aglianico Igp Paestum Rosato 20 Vetere San Salvatore. Per antipasto involtino di vitella, caprino, broccoli friarielli e acciughe
e la mozzarella di bufala campana servita con olio extravergine di oliva.
Sublime il primo piatto: cappellacci cacio, pepe e…pere
in abbinamento al Fiano Igt Campania 2013 Don Chisciotte Pierluigi Zampaglione.
Capri è un’isola e non può mancare il secondo di pesce, il branzino con purè di piselli e la sua salsa.
Un discorso a parte merita la tartelletta con frutti di bosco e crema inglese,
un simposio di gusto amplificato ancora di più dalla fragranza e dalla morbidezza della struttura del dolce. Un plauso anche al defilè di piccola pasticceria,
conferma ulteriore della sapienza gastronomica di Gennaro. A far buona compagnia il Grenache Noir Nabyuls “Roudolère” Rimage 2013 Domaine de la Casa Blanca. Non manca il caffè.
Ho trascorso una giornata eccezionale. Segue il ritorno in motoscafo in una Napoli bloccata per l’arrivo in città del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma non fa niente. Il traffico, in alcuni casi, diventa una risorsa per concentrarsi un attimo sui paesaggi della città più bella del mondo.