di Maria Pepe
Uno sguardo ed è subito… anni ’60! Gli anni dell’innovazione, gli anni in cui la haute couture stringe la mano agli abiti confezionati. Lo smoking, la minigonna entrano impattanti negli armadi delle donne del tempo che però non rinunciano alla sobria eleganza di quei giorni avanguardisti, tutta l’essenza del vintage anni ’60 è raccontata con dovizia di particolari dalla “Pasta e patate con totani” di Giulio Coppola. Un vero e proprio cartamodello che ti cuce addosso un abito perfetto per una sera a cena, di gusto ma semplice. Mimosa il colore; longuette la lunghezza; morbida la linea che sinuosa nella sua gonna a campana dalle pieghe voluttuose forma orli ondeggianti; lineare il taglio che evidenzia una vita alta in questo gioco di rigidità e morbidezza tra il sopra e il sotto, contrasto che si ripete tra la rotondità del collo molto poco scollato e la squadratura quasi geometrica delle maniche trequarti, dritte e rigide; il tutto impreziosito dal tocco violaceo dei gioielli, opali viola dalla forma ovale e dalla grandezza medio grande incastonati in una montatura aurea, che formano un girocollo vistoso, ma moderato. In coordinato con bracciale e punti luce donano luminosità all’abito e al piatto che trova nelle chips di patata viola i suoi opali, il bianco rosato con punte di rossiccio dei totani. Invece, naturalmente richiama ai decolleté a punta, non troppo esasperata, in un tenue rosa cipria che affusolano ed esaltano le gambe.
A bilanciare l’armonica struttura, una pochette in pelle dal colore neutro, dagli angoli tondi che smorzano le rette che imbastiscono il telaio. Moda e alta cucina si fondono ancora una volta, nel bell’incontro avvenuto in “Galleria”, complice il gusto, il buon gusto, matrice comune di queste nobili arti, che sovrano regna nel “genio” di Giulio.
Foto di Mariana Silvana Dedu