Tappe di gusto: Nonna Giulia interpreta i Monti Lattari. È stato presentato ufficialmente venerdì scorso il menu (S)low Cost del ristorante di Lettere. Una serata amichevole, familiare, serena e affettuosa, se vogliamo cercare aggettivi per definirla. Soddisfatta Alfonsina Longobardi, l’animatrice della struttura che, insieme al fratello Gennaro, lo chef per intenderci, ha ideato e realizzato per amici e organi di stampa le nuove pietanze in degustazione dal 23 gennaio.
Soci della condotta Slow Food, giornalisti, amici, appassionati erano tutti lì per appoggiare Alfonsina in questa nuova avventura, nata per omaggiare il proprio territorio, i Monti Lattari.
D’altronde l’intuizione è lodevole. Questa donna dagli occhi azzurri si è autoproclamata voce della categoria per scuotere un po’ la situazione dei ristoranti di tipo medio-alti, quelli più in affanno della categoria.
E così con un’intuizione intelligente ha rivoluzione il menu del ristorante “Nonna Giulia” partendo da un interrogativo: se non si rendono economicamente accessibili le golose ricette tradizionali come si fa a conquistare i palati più restii?
La risposta è subito arrivata con l’approvazione all’unanimità degli sperimentatori del “new deal” di questo posto che gode di una veduta spettacolare.
Anche perché le bontà arrivate in sala, non avevano bisogno di particolari presentazioni. Bastava assaggiarle. Solo ingredienti di alta qualità e presidi Slow Food per le nuove preparazioni.
Sono così sfilati: pizza di pane povero, di broccoli e salsiccia, di scarole;
Trippa e patate,
zuppa di soffritto su biscotto di pane duro,
minestra di scarole,
fagioli e salsiccia,
archetti di linguine Faella con patate e provola dei Monti Lattari,
pasta e fagioli con crostini mischiato potente del Pastificio dei Campi,
maccaroncelli Carmiano lardiati con cacioricotta di capra di Cilento,
fettuccelle Liguori con pomodoro “Miracolo di San Gennaro”, olive nere e foglie di capperi,
broccoli e salsiccia,
Non sono mancati i dolci: la panna cotta,
la torta di gallette
e delle particolari castagnole pensate in onore del Carnevale.
Che dire di più? Ad maiora.
Foto di Gianni Cesariello