di Maria Pepe
Il classico paesaggio natalizio, quello che da sempre fa da cornice a film e racconti di Natale. Una baita di montagna, neve soffice e bianca che viene giù dal cielo e si posa a terra formando un morbido manto in cui affondare e, sulle vette altissime dei monti, dalla finestra vicina al camino, una donna voluttuosa e rassicurante, nei suoi eleganti abiti: un raffinato maglione collo alto, di lana alpaca a coste, candido come la neve, morbidi ma lineari pantaloni di velluto beige, tronchetti bordati da una vaporosa pelliccia rigorosamente in coordinato col resto, guarda l’incantevole scenario sorseggiando un aromatico the e assaporando “un’opera d’arte” che, sembra indossare i suoi stessi abiti… la pastiera lievitata del Maestro Alfonso Pepe. “Un matrimonio – come lo stesso dice – tra Nord e Sud che ha superato e vinto l’avversità dell’estrema differenza di sapori”, l’uno il Nadir l’altra lo Zenit, i due dolci più rappresentativi dei volti dell’Italia si sono uniti e hanno dato vita ad un incantesimo dolciario che solo il Maestro avrebbe potuto compiere…
La pastiera delicata, ma decisa, dice la sua e si afferma tra i panettoni per struttura più “forti”(nel gusto), senza forzature e imposizioni alcune, silenziosamente domina la scena e lascia il suo inconfondibile segno proprio come l’elegante donna, che guarda dalla finestra, a cui tanto somiglia.
La pastiera napoletana ricetta di bozzetti per il Natale va oltre il bozzetto e raggiunge il “ritratto”, il “Ritratto di donna” a cui dovremmo guardare e ambire, il “Ritratto di donna” che il Maestro ha la fortuna oltre che il merito d’avere accanto… motivo altro, se non fondamentale, per il quale gli è riuscita un’altra impossibile impresa.
Foto di Mariana Silvana Dedu